Archivio del cambiamento. La città che cura

Data: 06/01/2023 Categoria: , ,

Titolo del progetto:

Archivio del cambiamento. La città che cura

 

Territori bersaglio:

Trieste, Regione Friuli Venezia Giulia

Ruolo di ConF.Basaglia:

soggetto partner

Periodo di svolgimento:

1 settembre 2024 – 30 settembre 2023

 

Le realtà coinvolte:

> Università degli Studi di Trieste – Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali (capofila)
> ASUGI (Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina) – partner
> Conferenza permanente per la salute mentale nel mondo Franco Basaglia Copersamm Conf. Basaglia APS – partner
> Collegio Fonda – partner
> IRSREC (Istituto Regionale per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea) – partner

> Cooperativa Sociale La Collina – partner

Il progetto è finanziato mediante avviso pubblico regionale “Avviso storico etnografico progetti per studi e ricerche – anno 2024”

Foto: BuonPastore, S. Giovanni (ph_Anja_Cop)

Descrizione del progetto:

Nel corso del ‘900 a Trieste è stato attivo uno degli Ospedali Psichiatrici più importanti della mitteleuropa. Inaugurato nel 1908, l’OPP accolse fin dalla sua istituzione, sotto il regime asburgico, pazienti da tutte le province del litorale austriaco. Sotto l’amministrazione italiana la struttura passò dalla gestione comunale a quella della Provincia. A partire dagli anni ’70, l’OPP fu al centro di grandi trasformazioni. Il diffondersi di saperi e movimenti critici nei confronti della psichiatria tradizionale, portò la Provincia di Trieste a individuare nella figura di Franco Basaglia la persona che poteva iniziare una profonda riforma del sistema, che in quegli anni era messo in discussione sotto vari aspetti. Con l’arrivo di Basaglia, a partire dal 1971, l’area dell’ex OPP diventa luogo di innovazione e cambiamento. Nel 1973 l’OPP viene riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità zona pilota per l’Italia nella ricerca sui servizi di salute mentale, con una collaborazione esistente ancora oggi. Dal 1978, con la Legge Basaglia l’ospedale e il parco si aprono alla città: i degenti sono liberi di uscire e i cittadini di entrare. Nascono nuove istituzioni, diffuse sul territorio, che si prendono cura della salute delle persone. Oggi l’ex OPP, conosciuto come Parco di san Giovanni, è un giardino aperto, un laboratorio di imprenditoria sociale, di attività assistenziali e creative, di proposte culturali e di alta formazione. Tutta questa storia è depositata nei documenti che negli anni sono stati prodotti prima dall’amministrazione dell’OPP e poi dall’Azienda Sanitaria, oltre che nei materiali (foto, articoli… ) raccolti nel tempo, che raccontano le tante cose accadute in questo luogo. L’esperienza dell’ex OPP, di cui si riscontra un forte interessi a livello internazionale, non è stata ancora documentata adeguatamente, soprattutto per le difficoltà di reperire e organizzare sistematicamente materiali e documenti che dovrebbero essere valorizzati per la loro unicità storica.

Obiettivi:

Il progetto si propone di sistematizzare e rendere fruibili, in parte al pubblico e in parte a fini di ricerca sulla base dei criteri di privacy da rispettare, i materiali documentali sull’esperienza del Parco di san Giovanni, che negli anni passati sono stati digitalizzati dall’Università di Trieste. Si tratta di materiali inediti e straordinari, per la tipologia e per la portata storica di quanto documentato. Tra i materiali vi sono: documenti, fogli informativi, regolamenti, cartelle cliniche, lettere, video e relazioni prodotte dall’amministrazione dell’ex OPP; delibere e verbali della Provincia di Trieste; articoli di giornale e pubblicazioni, per un totale di 13.727 record. Al momento i materiali non sono organizzati e non è disponibile un archivio – inteso come piattaforma, server, interfaccia web – su cui pubblicare e rendere consultabili i documenti. Oltre a renderli fruibili, il progetto vuole stimolare attività di ricerca, studio, divulgazione, coinvolgendo giovani e studiosi di differenti aree disciplinari. Questo materiale può essere infatti utilizzato per: ricerca (medica, sociologica, giuridica, linguistica, epistemologica, architettonica, ecc), divulgazione, attività culturali, costruzione di itinerari di visita, ecc. Le competenze necessarie a renderlo fruibile sono tante: informatiche (piattaforma), archivistiche (come organizzare i materiali e quali possono essere visibili), linguistiche (come categorizzare i materiali), IA per analisi di testi per studiarli, comunicative (come comunicare e pubblicizzare l’archivio una volta costruito).