Proteggere e promuovere il diritto alla salute è una responsabilità di tutti i Paesi

Si è appena conclusa a Ginevra la prima sessione di lavoro dell’High Level Working Group per la Salute e i Diritti Umani di Donne, Bambini e Adolescenti, una piattaforma guidata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità in collaborazione con l’Alto Commissariato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite.

È un onore per me aver creato questa piattaforma, unica nel suo genere, e partecipare ai lavori assieme ad altri rappresentanti di altissimo livello, fra i quali Zeid Ra’ad Al Hussein, Alto Commissario per i diritti umani, la presidente Tarja Kaarina Halonen, il primo ministro Aminata Touré, il premio nobel e membro degli Elderls Hina Jilani, solo per citarne alcuni.

Questa piattaforma si pone l’obiettivo concreto di segnare la via per un approccio più sistematico alla tutela del diritto alla salute per donne, bambini e adolescenti, a livello della comunità internazionale e dei paesi, così come anche in relazione al lavoro dell’Oms e dell’Alto Commissariato per i Diritti Umani, che ci ha accompagnato in questo percorso.

È la prima volta che riuniamo attori nell’ambito della salute e dei diritti umani, per discutere insieme su come si possano allineare al meglio meccanismi, come per esempio la Revisione Periodica Universale (Universal Periodic Review, Upr) e gli altri organi di monitoraggio, per la protezione del diritto alla salute di donne, bambini e adolescenti.

Un aspetto centrale è stato quello del diritto alla salute delle donne, dei bambini e degli adolescenti in movimento, rifugiati, migranti, cittadini di stati fragili, o “non cittadini”. Questa sfida del nostro millennio richiede un cambio di passo.

Si stima infatti che, ogni anno, 18 milioni di donne, bambini e adolescenti muoiono nel dolore e nell’angoscia perché non hanno accesso alle cure essenziali necessarie. Sono oltre 300.000 le morti materne, 2,6 milioni di bambini nati morti, 5,9 milioni di decessi nei bambini sotto i cinque anni, tra cui 2,7 milioni di neonati morti, e 1,3 milioni di morti tra gli adolescenti, e tutte queste condizioni vengono particolarmente esacerbate in contesti di emergenza, crisi umanitarie, fenomeni migratori.

È impensabile che ci siano ancora così tante, troppe, donne, bambini e adolescenti in tutto il mondo che continuano a vedere negato il loro diritto alla salute e all’accesso ai servizi sanitari essenziali. Troppo spesso, infatti, le morti di donne, bambini ed adolescenti hanno le loro radici profonde nel fallimento da parte delle istituzioni, dei governi, della società tutta, nel tutelare il loro diritto alla salute.

Ora ci troviamo di fronte a un bivio perché da come affronteremo queste disuguaglianze e ingiustizie si determinerà la capacità di migliorare la vita delle persone ovunque, ma in particolare la capacità da parte della società attuale di creare un nuovo paradigma di salute, dignità e benessere per le generazioni future di donne, bambini e adolescenti. Il rispetto dei diritti umani e la lotta alle disuguaglianze e alle discriminazioni contro le donne, i bambini e gli adolescenti sono stati riconosciuti a livello mondiale come centrali per l’attuazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile per il 2030.

È responsabilità di tutti i paesi rispettare, proteggere e promuovere i diritti umani, incluso il diritto alla salute, senza distinzione di alcun tipo, in riferimento a origine, colore, sesso, lingua, religione, opinione politica, origine sociale, proprietà, nascita, disabilità o di altra condizione.

La maggior parte dei Paesi ha messo a punto strategie e programmi innovativi per promuovere una salute sostenibile, ma a oggi solo la metà dei paesi membri dell’Oms vede riconosciuto il diritto alla salute a livello costituzionale. L’Italia è un modello in quanto è stato tra i primi a riconoscere il diritto alla salute quale diritto umano fondamentale e quindi garantire l’accesso a cure mediche adeguate e ai servizi sanitari essenziali a tutti coloro che lo richiedono.

Per molti altri, invece, si tratta di una sfida significativa e ancora aperta. Persistono infatti le disparità tra uomini e donne, tra adulti e adolescenti e giovani, tra gruppi sociali ed etnici diversi. Inoltre, nonostante i progressi per alcune donne in alcune zone, la discriminazione contro le donne è la violazione più diffusa dei diritti umani in tutti i paesi del mondo.

Con l’High Level Working Group per la Salute e i Diritti Umani di Donne, Bambini e Adolescenti concluderemo i lavori a Maggio 2017 con la definizione di storiche raccomandazioni che guideranno l’azione globale in tema di salute e diritti di donne, bambini e adolescenti.

Il diritto alla salute è stato al centro del mio programma durante la campagna per la leadership dell’Oms, e ora che sono rientrata nella mia funzione di vice direttrice generale, sarà mio impegno personale portare avanti questo percorso.

Abbiamo acquisito una profonda conoscenza su come morti e malattie possano essere evitate, e dobbiamo combattere affinché questa possibilità sia a disposizione di tutti. Il diritto alla salute è alla base del benessere per ciascun essere umano, è da li che muove il rispetto per la dignità di ogni singolo individuo, ed è da li che dobbiamo partire.

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