Un articolo di Pietro Pellegrini su salute mentale, imputabilità e servizi

Lo psichiatra Pellegrini offre importanti spunti di riflessione a partire dal nutrito dibattito che si sta portando avanti in Italia, anche alla luce del recente volume di Franco Corleone in cui si ripropone in maniera precisa e forte la necessità di abolire la non imputabilità per infermità mentale. Ricorda in particolare come da un lato i percorsi della cura debbano fondarsi su un approccio biopsicosociale e sulle migliori conoscenze scientifiche, basandosi di norma sul consenso (legge 219/2017); dall’altro l’urgenza di aggiornare e rivedere le misure giudiziarie che oltre alle finalità restrittive, hanno funzioni rieducative volte a favorire l’inclusione sociale, a ridurre le recidive e a tutelare la sicurezza. Sottolinea inoltre come nel processo di restituzione dei diritti sia tanto implicito quanto ineludibile che ai diritti individuali vadano accompagnati quelli sociali: la persona appartiene infatti a se stessa e non ad una istituzione, quella psichiatrica.

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