“Molti miei film sugli esseri umani nascono da un saluto: un semplice “ciao” può spalancare le porte della conoscenza dell’altro e può fare nascere un’amicizia.
Così è stato con Monica: ci siamo salutati, semplicemente. Monica deve convivere con un dolore lancinante, la perdita di una figlia in giovane età. Questo lutto l’ha portata sul terribile sentiero dell’alcolismo. Ogni tanto le capita di finire in un ospedale psichiatrico come a noi può capitare di finire in un resort. Solo che lei è costretta ad andarci per curarsi dal suo demone.”
L’articolo su Il Fatto Quotidiano