Riedito da Contrasto Manicomi – Psichiatria e antipsichiatria nelle immagini degli anni Settanta di Gianni Berengo Gardin.
“Il libro si apre con la foto straordinaria, voluta da Franco Basaglia, di un gruppo di uomini in giacca e cravatta, ripresi dalla pancia in giù, e con un mazzo di chiavi penzoloni dalla cintura dei pantaloni: sono il simbolo del controllo coatto e della detenzione per i malati mentali. E scorrono le fotografie dai manicomi di Firenze, San Clemente e San Servolo (Venezia), Colorno, Parma, Ferrara, Gorizia: immagini nitide e semplici di uomini e donne colti nel loro peregrinare tra i reparti, nel loro abbrutirsi dentro un ripiegamento su se stessi che la detenzione bruta accentuava invece di calmare.
Uomini e donne che avevano bisogno più di altri di «cura» nel senso letterale del termine e invece erano lasciati soli nei loro letti di contenzione, spesso tra i loro escrementi, merce da tenere in vita per pura formalità (e guadagni). Fin quando c’è la svolta di Franco Basaglia che pratica una nuova visione della psichiatria, opposta alla «ideologia chiusa e definita nel suo ruolo di scienza dogmatica».”