
Pubblichiamo parte dell’intervista realizzata da Il Sole 24 ore a Franco Corleone, attuale Garante per i diritti dei detenuti della Toscana
Dottor Corleone, a un anno dalla chiusura ufficiale degli Opg, c’è stato bisogno di arrivare al commissariamento…
È un passaggio importante. Difficile, ma che si può portare a compimento. Nei vecchi Opg sono rimaste 97 persone. Da dicembre è stato chiuso Secondigliano (Reparto Verde), mentre a Firenze è stato svuotato il reparto femminile. Numeri che possiamo gestire. Ben lontani dalla vergognosa situazione fotografata dalla Relazione choc del 2011, curata da Ignazio Marino e che fece indignare tutti, compreso il Presidente della Repubblica Napolitano.
Le Regioni hanno fatto muro contro questo commissariamento…
È stata solo la prima reazione. Ci stiamo parlando, le Regioni hanno nel commissario un alleato che può aiutare a sistemare le situazioni, anche dove vi fossero i comuni di traverso. Gli Opg sono reperti di orrore archeologico, istituzioni fuori della storia. E su questo siamo tutti d’accordo.
Quali saranno i prossimi passi?
C’è un calendario. La prossima chiusura sarà l’Opg di Reggio Emilia, dove sono rimasti 6 pazienti-detenuti. In Veneto stiamo lavorando con la Rems di Nogara, dove c’è un sindaco molto motivato a costruire un vero progetto di reinserimento. Poi via via tutte le altre: Piemonte, Veneto, Toscana, Abruzzo. A breve faremo un primo punto della situazione con il Governo e le Regioni. Perché sono state costruite Rems provvisorie, ognuna con una propria gestione eun proprio regolamento. La situazione è in evoluzione, c’è da lavorare. È un capitolo nuovo, tutto da costruire. Ma è chiaro che con le Rems non devono risorgere i manicomi.