L’intervista di Margherita Bono di ConF.Basaglia sulla situazione in Brasile: l’intervista integrale si trova sul sito di 180gradi WebMagazine Quali sono ad oggi le maggiori criticità della salute mentale in Brasile? Il Brasile è una nazione enorme, una repubblica federale con più di 200 milioni di abitanti. È molto difficile perciò fare un discorso generale sulla salute mentale del paese, perché ci sono differenze enormi al suo interno, fra stato e stato, e fra città e città – i servizi di salute mentale dipendono infatti dal Comune. Penso in ogni caso che le principali criticità si possano provare a sintetizzare, seppure in maniera molto superficiale, nei seguenti aspetti: l’esistenza, tuttora, dei manicomi; gli interessi privati in gioco (ci sono molti ospedali psichiatrici e “comunità terapeutiche” private); l’insufficienza dei servizi territoriali, che nella maggior parte dei comuni sono molto lontani dal coprire l’interno territorio e il suo fabbisogno. Cosa è cambiato negli ultimi 40 anni, dai viaggi di Franco Basaglia in Brasile? Anche a questa domanda non credo di poter rispondere se non in modo molto superficiale. Basaglia tenne delle importanti conferenze in Brasile nel 1978 e 1979. Erano anni in cui in Brasile c’era un regime dittatoriale e si svolgevano grandi lotte per la democrazia. Forse anche per questo le conferenze di Basaglia hanno stimolato il formarsi in Brasile di un grande movimento per la riforma psichiatrica, collocato nei più ampi movimenti sociali di quegli anni. La dittatura militare finì nel 1984 e da allora fino ad oggi in Brasile si è attuato un lentissimo ma importante processo di riforma psichiatrica, che, pur non avendo portato all’abolizione dei manicomi, ha prodotto un loro forte ridimensionamento e lo sviluppo dei servizi territoriali di salute mentale e di numerosissime esperienze socioculturali per l’inclusione nella società delle persone con sofferenza psichica. Oggi però, con l’avvio della procedura di impeachment della presidente Dilma, che molti definiscono un vero e proprio golpe in quanto, per molti aspetti, forza enormemente le regole dello stato di diritto, si stanno verificando dei gravi passi indietro anche per quanto riguarda la riforma psichiatrica. Non entro nel dettaglio, ma segnalo che si stanno svolgendo fin dalla fine del 2015 importantissime lotte, da parte del Movimento Antimanicomiale, per contrastare questi gravi rischi di un ritorno al predominio della logica manicomiale. Quali sono i tratti peculiari del sistema sanitario brasiliano in merito? C’è un sistema sanitario pubblico universalistico, il SUS (Sistema Unico de Saude), una importante conquista anch’essa figlia delle lotte per la democrazia, ma i servizi sono insufficienti e chi può permetterselo usa assicurazioni sanitarie private e strutture private. Più di questo non so dire. Aggiungo che una amica brasiliana, molto impegnata nelle lotte del Movimento Antimanicomiale e che spesso mi manda informazioni che diffondiamo sul sito di ConF.Basaglia, mi ha segnalato con preoccupazione che il nuovo ministro della Salute, José Agenor Álvares, in carica da un mese, ha dichiarato che intende ridurre i finanziamenti al SUS. Per quanto riguarda più nello specifico i servizi di salute mentale, per accennare brevemente al loro funzionamento, che andrebbe però descritto in maniera più approfondita e più attenta alle differenze fra i singoli comuni e stati, posso dire che ce ne sono diversi tipi. Non tutti i centri di salute mentale territoriali, chiamati CAPS (Centros de Atenção Psicossocial), sono aperti sulle 24 ore e 7 giorni su 7. Come dicevo, inoltre, i servizi di salute mentale territoriale non coprono tutto il territorio e il ricorso all’internamento negli ospedali psichiatrici è ancora molto diffuso, anche se parallelamente alla creazione dei servizi territoriali è stato possibile diminuire i posti letto nei manicomi. La crisi che sta coinvolgendo la classe politica brasiliana che effetti può avere sulla riforma psichiatrica? Il rischio che anche la riforma psichiatrica risenta di questa situazione è molto alto e grave è la crisi istituzionale e politica in cui è immerso il Brasile oggi. Come sempre, quando è a rischio la democrazia, i primi a risentirne sono i più deboli. Penso che anche su questo tema, e rispetto alle lotte per la democrazia e per la difesa della riforma psichiatrica attualmente in corso, valga ciò che dicevo all’inizio dell’intervista riguardo alle manifestazioni per la Giornata della Lotta Antimanicomiale: guardando al Brasile possiamo imparare l’importanza della partecipazione e delle lotte, sia sul piano politico che, al tempo stesso e in maniera strettamente collegata, sul piano della finalità terapeutica per chi sta male e che nella Lotta Antimanicomiale trova la possibilità di affermare i suoi diritti e la sua soggettività. 0 0 La Basaglia del futuro ProssimaMente, il raduno delle radio della salute mentale 0 Commenti Lascia una rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commentonome Email Sito web Δ Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.