Nel nostro Paese la contenzione meccanica viene utilizzata in maniera massiccia nella maggioranza delle strutture psichiatriche, ma anche nei servizi per l’infanzia, la disabilità e nelle case di riposo, nonostante la legislazione a vari livelli si sia pronunciata definendola una pratica inumana e degradante, assimilabile alla tortura. La Campagna nazionale …e tu slegalo subito denuncia come in Italia ancora si muoia di contenzione, come testimonia la recente vicenda di Elena Casetto, e rivendica l’inaccettabilità di una risposta di negazione e dominio nei confronti di una persona sofferente, che proprio in quel momento necessiterebbe maggiormente di ascolto, vicinanza e comprensione. Anche la professoressa Mara Tognetti, che da anni studia il fenomeno con l’OsMeSa (Osservatorio e metodi per la salute) dell’Università Milano Bicocca, evidenzia un incremento di questa pratica, il cui superamento chiama inevitabilmente in causa il modello culturale e organizzativo del sistema dei servizi.