L’emendamento al testo del Ddl sul Processo penale (approvato in luglio in commissione Giustizia), che ora all’attenzione dell’Aula di Palazzo Madama, “rischia di riaprire la stagione degli Ospedali psichiatrici giudiziari Opg”. A denunciare il pericolo sono i senatori del Pd della Commissione Giustizia e Igiene e Sanità del Senato, che oggi in una conferenza stampa hanno presentato un emendamento correttivo del gruppo e un analogo emendamento del Ministero della Salute (su cui i senatori Pd hanno dato l’assenso). Scopo delle contro proposte quello di “evitare di far fare un passo indietro rispetto alla legge del 2014 che prevede il superamento degli Opg”, ha spiegato la senatrice Nerina Dirindin Ricordiamo che l’emendamento all’articolo 12 (comma 1 lettera d) del Ddl 2067, dispone che, in attesa di servizi idonei, nelle 26 Residenze per l’attuazione delle misure di sicurezza (Rems) presenti in Italia, dove si trovano già 541 pazienti, possano entrare, non solo, come prevede la legge, le persone dimesse dagli Opg che stanno chiudendo, ma anche coloro per i quali si attende un accertamento del disturbo mentale, gli imputati e chi è in attesa di giudizio. “Le Rems – ha detto la Dirindin – non sarebbero più sufficienti per tutti, ne andrebbero costruite altre e questo richiederebbe un’operazione immobiliare complicata e costosa. Abbiamo quindi presentato un emendamento correttivo per impedirlo. Chiediamo – specifica – che nelle Rems siano inviate solo le persone che non erano in grado di intendere e volere nel momento in cui hanno commesso il reato, mentre per gli altri detenuti vengano potenziate le misure alternative e le sezioni psichiatriche degli istituti penitenziari, come prevede la legge”. “Questo emendamento segnala un problema, quello della salute in carcere. Pensare di mettere dentro le Rems chiunque significa istituzionalizzare nuovamente la salute mentale. Senza intervenire sui punti sensibili, ovvero i dipartimenti di salute mentale e le strutture alternative sul territorio”, commenta Emilia Grazia De Biasi, presidente della Commissione Sanita’ del Senato. “Il rischio – ha ribadito – che si corre nel momento in cui si dice che qualunque persona in carcere, anche in attesa di giudizio, venga mandata nelle Rems, cioe’ in quelle residenze per l’esecuzione della pena a carattere sanitario, volute dalla Legge 81 per superare la vergogna degli ospedali psichiatrici giudiziari, e’ quello che si ricostituiscano le strutture manicomiali”. Da notare come sul controemendamento il Ministero della Salute ha già dato il parere favorevole, mentre una parola definitiva ancora non è arrivata dal Ministero della Giustizia. “La legge 81 del 2014 – ha sottolineato Stefano Cecconi, rappresentante del comitato Stopopg – prevede di completare il processo di chiusura degli ex manicomi criminali ma due sono ancora aperti, Barcellona Pozzo di Gotto e Montelupo Fiorentino, dove ci sono ad oggi 37 persone internate. Sono ancora li’ perche’ non trovano posto in Rems. Scaricando nelle Rems oltre duecento detenuti in piu’, per effetto dell’emendamento che contestiamo, rispetto a quanti ve ne sono oggi, rischiamo di rallentare il processo di chiusura degli Opg e di trasformare le Rems di fatto in nuovi manicomi giudiziari”. “Non è che se la legge non ha funzionato smontiamo tutto. Prima cerchiamo di applicarla, poi di modificarla”. Ha ricordato Patrizio Gonella dell’associazione Antigone. Preoccupazione condivisa anche dal Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personali, Mauro Palma. Pensare che nelle Rems “vi possano entrare, non solo, come prevede la legge, le persone dimesse dagli Opg che stanno chiudendo, ma anche coloro per i quali si attende un accertamento del disturbo mentale, gli imputati e chi è in attesa di giudizio, significa – aggiunge – snaturarne l’idea”. “Si rischia cosi’ di tornare all’ ospedale psichiatrico con ancor meno sicurezza perché – spiega Palma – nelle Rems le strutture di controllo sono carenti”. Ma sulla riuscita dei controemendamenti pesa il fatto che il testo è già in Aula al Senato. “Ci batteremo per la sua approvazione” ha detto la senatrice De Biasi. “Qualora si ponga la fiducia speriamo che questo emendamento faccia parte del maxiemendamento del Governo”. 0 0 Donne e salute mentale: terza edizione dell’H-open day Abbandonati in manicomio 0 Commenti Lascia una rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commentonome Email Sito web Δ Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
L’emendamento al testo del Ddl sul Processo penale (approvato in luglio in commissione Giustizia), che ora all’attenzione dell’Aula di Palazzo Madama, “rischia di riaprire la stagione degli Ospedali psichiatrici giudiziari Opg”. A denunciare il pericolo sono i senatori del Pd della Commissione Giustizia e Igiene e Sanità del Senato, che oggi in una conferenza stampa hanno presentato un emendamento correttivo del gruppo e un analogo emendamento del Ministero della Salute (su cui i senatori Pd hanno dato l’assenso). Scopo delle contro proposte quello di “evitare di far fare un passo indietro rispetto alla legge del 2014 che prevede il superamento degli Opg”, ha spiegato la senatrice Nerina Dirindin Ricordiamo che l’emendamento all’articolo 12 (comma 1 lettera d) del Ddl 2067, dispone che, in attesa di servizi idonei, nelle 26 Residenze per l’attuazione delle misure di sicurezza (Rems) presenti in Italia, dove si trovano già 541 pazienti, possano entrare, non solo, come prevede la legge, le persone dimesse dagli Opg che stanno chiudendo, ma anche coloro per i quali si attende un accertamento del disturbo mentale, gli imputati e chi è in attesa di giudizio. “Le Rems – ha detto la Dirindin – non sarebbero più sufficienti per tutti, ne andrebbero costruite altre e questo richiederebbe un’operazione immobiliare complicata e costosa. Abbiamo quindi presentato un emendamento correttivo per impedirlo. Chiediamo – specifica – che nelle Rems siano inviate solo le persone che non erano in grado di intendere e volere nel momento in cui hanno commesso il reato, mentre per gli altri detenuti vengano potenziate le misure alternative e le sezioni psichiatriche degli istituti penitenziari, come prevede la legge”. “Questo emendamento segnala un problema, quello della salute in carcere. Pensare di mettere dentro le Rems chiunque significa istituzionalizzare nuovamente la salute mentale. Senza intervenire sui punti sensibili, ovvero i dipartimenti di salute mentale e le strutture alternative sul territorio”, commenta Emilia Grazia De Biasi, presidente della Commissione Sanita’ del Senato. “Il rischio – ha ribadito – che si corre nel momento in cui si dice che qualunque persona in carcere, anche in attesa di giudizio, venga mandata nelle Rems, cioe’ in quelle residenze per l’esecuzione della pena a carattere sanitario, volute dalla Legge 81 per superare la vergogna degli ospedali psichiatrici giudiziari, e’ quello che si ricostituiscano le strutture manicomiali”. Da notare come sul controemendamento il Ministero della Salute ha già dato il parere favorevole, mentre una parola definitiva ancora non è arrivata dal Ministero della Giustizia. “La legge 81 del 2014 – ha sottolineato Stefano Cecconi, rappresentante del comitato Stopopg – prevede di completare il processo di chiusura degli ex manicomi criminali ma due sono ancora aperti, Barcellona Pozzo di Gotto e Montelupo Fiorentino, dove ci sono ad oggi 37 persone internate. Sono ancora li’ perche’ non trovano posto in Rems. Scaricando nelle Rems oltre duecento detenuti in piu’, per effetto dell’emendamento che contestiamo, rispetto a quanti ve ne sono oggi, rischiamo di rallentare il processo di chiusura degli Opg e di trasformare le Rems di fatto in nuovi manicomi giudiziari”. “Non è che se la legge non ha funzionato smontiamo tutto. Prima cerchiamo di applicarla, poi di modificarla”. Ha ricordato Patrizio Gonella dell’associazione Antigone. Preoccupazione condivisa anche dal Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personali, Mauro Palma. Pensare che nelle Rems “vi possano entrare, non solo, come prevede la legge, le persone dimesse dagli Opg che stanno chiudendo, ma anche coloro per i quali si attende un accertamento del disturbo mentale, gli imputati e chi è in attesa di giudizio, significa – aggiunge – snaturarne l’idea”. “Si rischia cosi’ di tornare all’ ospedale psichiatrico con ancor meno sicurezza perché – spiega Palma – nelle Rems le strutture di controllo sono carenti”. Ma sulla riuscita dei controemendamenti pesa il fatto che il testo è già in Aula al Senato. “Ci batteremo per la sua approvazione” ha detto la senatrice De Biasi. “Qualora si ponga la fiducia speriamo che questo emendamento faccia parte del maxiemendamento del Governo”.