Quando i manicomi vennero chiusi

Nel 1978, quando entrò in vigore la Legge 180, conosciuta come «la Basaglia», che decretò la fine dei manicomi (una chiusura che significò aprire le porte di questi strutture), pazienti e famiglie dovettero affrontare un complesso processo di deistituzionalizzazione e reinserimento nella società.

IL DOPO BASAGLIA AL RONCATI – Ed è nel decennio degli Ottanta che l’Ospedale Psichiatrico Roncati, da sempre uno dei più avanzati del Paese, affronta questa nuova delicatissima fase di trasformazione attuando una nuova e più consona organizzazione interna: creazione di un’Area Autogestita dentro al grande complesso di Sant’Isaia 90, nascita dei centri diurni o semiresidenze in città, formazione di cooperative di lavoro (era necessaria un «politica del fare»), allargamento dell’equipe sanitaria guidata dallo psichiatra, Gabriele Calderoli, e 10 nuovi infermieri formati ad hoc (5 uomini e 5 donne) cui si aggiunsero figure nuove come una psicologa, Castellucci, un sociologo, Gandolfi, e un gruppo di educatori/formatori. Tutto ciò consentiva di proporre ai pazienti soluzioni differenziate in relazione alle loro necessità, desideri e aspettative di vita, partendo da una regola precisa: non sarebbero tornati a vivere in famiglia, ma autonomamente da soli. Fondamentale quindi il percorso di accompagnamento, un processo che avveniva tramite colloqui collettivi anche con i familiari e che sono stati registrati con una telecamera vhs.

100 ORE DIGITALIZZATE – Documentazione che racconta storie e vite incredibili, spesso avvolte dalla sofferenza, vicende che sviscerate seduta dopo seduta hanno consentito il reinserimento di decine e decine di persone (e anche la risoluzione di alcuni casi giudiziari dato che ora, finalmente, i ricoverati potevano essere ascoltati dai magistrati e dai giudici). Oltre 100 ore di registrazioni (effettuate grazie a dei fondi sociali europei), 250 cassette su nastro che ora, grazie alla cura di Chiara Petrucci e Mariangela Simoni, Home Movies ha digitalizzato.

PROIEZIONE UNICA E INEDITA – Ebbene, nell’ambito del festival Archivio Aperto, venerdì 30 ottobre alle 17,30, nella Biblioteca Minguzzi di via Sant’Isaia 90, verrà eccezionalmente presentato al pubblico un estratto di queste sedute filmate 30 anni da dall’equipe di Calderoli che insieme alla dottoressa Castellucci e al direttore dell’Istituto, Alessandro Zanini sarà presente in sala per commentare e raccontare quell’esperienza. Proiezione unica, one shot. Quelle immagini contengono infatti dati sensibili che sono stati opportunamente censurati (avremmo voluto presentare anche ai nostri lettori, sul nostro sito, qualche frammento di questa documentazione, ma la proprietà, che pure mostrerà al pubblico i filmati – ecco una buona occasione per «esserci» – , ritiene che l’immissione nella rete sia eccessiva: il pubblico davanti a uno schermo è più pericoloso di quelli in sala?).

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