Rileggere le pagine dell’Almanacco curato da Franco Rotelli, L’istituzione inventataedito da AlphaBeta, significa prima di tutto capire cosa sta succedendo oggi a Trieste, quarant’anni dopo l’apertura del manicomio di San Giovanni. E aprire un manicomio non é la stessa cosa che aprire un bar – aprire un manicomio significa proprio il contrario: significa chiuderlo e prendersi la responsabilità di accompagnare dei soggetti fragili nella libertà costitutivamente difficile della vita urbana, per riprendere una espressione di Maria Grazia Giannichedda.
Franco Rotelli ripercorre questa sperimentazione portando a un dialogo tra loro le immagini e le parole attraverso le quali é stato possibile a Trieste costruire un modello di salute mentale che ha posto al centro i diritti delle persone e che ha affrontato la complessità della vita, disarticolando la stigmatizzazione e l’esclusione che i matti ancora troppo spesso soffrono in Europa e nel mondo.
L’oggetto della de-istituzionalizzazione, ci ricorda Rotelli in un articolo pubblicato degli anni ottanta e ripubblicato in questo almanacco, non era il manicomio ma la follia, come categoria dell’esclusione, della violenza e dello sfruttamento verso l’altro, subalterno e fragile. Uno sfruttamento assoluto che, tra i muri del manicomio, veniva chiamato terapia. E allora la storia di Trieste, della de-istituzionalizzazione, della creazione dei servizi territoriali, delle cooperative sociali, degli appartamenti supportati o assistiti, delle borse lavoro e delle borse di studio, racconta prima di tutto che distruggere le istituzioni non basta. Bisogna continuamente, giorno per giorno, inventarne di nuove.
Oggi a Trieste le cooperative sociali istituite con l’appoggio del Dipartimento di Salute Mentale sono progetto di vita e luogo di lavoro per più di cinquecento persone, fatturano tra i quindici e i diciotto milioni di euro all’anno e dimostrano che fare cose belle e utili, farle insieme con l’appoggio del pubblico e costituendo il comune é possibile. E soprattutto che fa bene alla salute.