La riforma psichiatrica brasiliana

Stella Goulart richiama il legame della Riforma Psichiatrica Brasiliana con Trieste, “il primo luogo al mondo dove l’ospedale psichiatrico è stato chiuso, dimostrando che quello che sembrava impossibile era invece possibile” e creando una rete di servizi territoriali per curare le persone con sofferenza mentale senza più escluderle e privarle della libertà. Descrive l’approccio basagliano, così importante per la riforma brasiliana, con il termine “deistituzionalizzazione” e approfondisce il ruolo, nello stato di Minas Gerais, dei “Centri di convivenza”, servizi territoriali di salute mentale finalizzati al reinserimento sociale e l’espressione culturale dei soggetti. Sottolinea che il cambiamento culturale è fondamentale per una società più inclusiva e che è a questo che puntano le attività dei Centri di Convivenza e gli eventi pubblici come la Settimana della Salute Mentale e Inclusione Sociale. In Brasile ci sono però ancora molti ospedali psichiatrici e la principale sfida della Riforma Psichiatrica rimane il loro superamento e il superamento, più in generale, del modello manicomiale che si riproduce anche nelle “comunità terapeutiche” per tossicodipendenti.
Attorno al minuto 7.30 del video inizia inoltre un reportage di qualche minuto con riprese, a ritmo di samba, della coloratissima Sfilata della Giornata Nazionale della Lotta Antimanicomiale e brevi interviste ad alcuni altri dei protagonisti dell’iniziativa – operatori dei servizi di salute mentale, utenti, e nomi importanti del Movimento della Lotta Antimanicomiale come Paulo Amarante e, per l’Italia, Ernesto Venturini.

Questo il link all’intervista

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