
Mai come negli ultimi anni si è reso evidente come la Salute Mentale di Comunità in Italia abbia saputo interpretare – in largo anticipo rispetto a tutte le altre articolazioni della sanità pubblica nate dalla Riforma del 1978 – i principi della prossimità territoriale delle cure, della domiciliarità e de-ospedalizzazione degli interventi, del lavoro sui determinanti sociali di malattia.
Con il numero dei posti letto più basso dei Paesi Ocse, una frequenza di trattamenti obbligatori che è anche 20-30 volte inferiore a quella di molti Paesi anglosassoni o scandinavi, l’Italia ha mostrato da lungo tempo che è possibile fare a meno degli Ospedali psichiatrici e più recentemente anche degli Ospedali psichiatrici giudiziari.