“In un tempo in cui si ha ancora tanta paura di coloro che sono definiti ‘malati mentali’, operando la schematica e superficiale distinzione tra ‘pazzi’ e ‘normali’, ci si rende sempre più conto -anche grazie all’attualità- che questa linea di demarcazione è meno evidente di quanto si possa immaginare. Al giorno d’oggi, soprattutto per i giovani, la parola ‘manicomio’ identifica qualcosa che appartiene al passato, e l’arte, in questo caso teatrale, è pronta a informare e a farne memoria.
Il lavoro compiuto da Teatro Periferico non poteva fermarsi solo allo spettacolo ʻMombello. Voci da dentro il manicomioʼ, ciò che colpisce è che l’esigenza di proseguire sia nata dalla gente e dai giovani, i quali hanno manifestato il desiderio di sapere. “