“Discutere oggi di Franco Basaglia – ha detto Maria Grazia Giannichedda presidente dell’omonima Fondazione e tra i più stretti collaboratori dello psichiatra a Trieste e Roma – significa ritrovare le radici e i fatti concreti che hanno influenzato l’approvazione della ‘legge 180′ e riscoprire così il Basaglia che è stato insieme critico del presente e propositore di un modo nuovo e diverso di affrontare il problema della follia e di contrastare i più generali processi di esclusione sociale”. Dagli anni ’70 in tutti i paesi industrializzati si assiste alla chiusura dei più grandi manicomi pubblici e a una costante diminuzione dei letti psichiatrici. L’Italia è il paese che è andato più avanti in questa direzione: ha abolito con la riforma gli ospedali psichiatrici, ha chiuso circa centomila letti psichiatrici in quarant’anni e ha costruito un sistema pubblico di servizi di salute mentale comunitari che è caratterizzato da forti diseguaglianze e che annovera alcune eccellenze riconosciute a livello mondiale. E’ anche tra i paesi che sul piano legislativo garantiscono maggiormente i diritti delle persone in trattamento psichiatrico anche obbligatorio. “I cinque personaggi che abbiamo imparato a conoscere meglio in questo percorso Danilo Dolci, Renata Fonte, Adriano Olivetti ,Don Milani e Franco Basaglia – ha spiegato Carlo Borgomeo presidente Fondazione Con il Sud, in occasione dell’iniziativa che si è svolta a Palazzo Zorzi a Venezia- oltre ad essere accomunati da una visione potente e dalla concretezza dell’esempio, lo sono anche da un’altra importante prospettiva: la possibilità che hanno dato al Paese di cambiare registro e modello di sviluppo. Oggi ci sono dei segnali importanti rispetto al passato, ma i temi e le questioni sono tremendamente attuali. Questo cambiamento auspicato, stenta ancora a diventare sistema e, culturalmente prima che politicamente, maggioritario. Basti pensare a Basaglia e alle tante esperienze che abbiamo condiviso in questa giornata per comprendere come realtà e utopia, in Italia e soprattutto al Sud, possono coesistere, generare innovazione sociale e creare un modo nuovo di fare sviluppo”. E grazie a quanto realizzato dallo psichiatra veneto che sono nati progetti in grado di sostenere chi soffre di questa patologia. Si chiama “luce è libertà” il progetto realizzato dalla Fondazione di Comunità di Messina, in collaborazione con la Fondazione Con il Sud, che ha coinvolto 56 persone internate nell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto in regime di proroga della misura di sicurezza. Il metodo usato è quello di assegnare a ciascuna persona beneficiaria del progetto un capitale personale, tale budget ha rappresentato per gli internati in modo simbolico e fisico la concreta possibilità di riprendere in mano la propria vita co-progettando con i servizi dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario, del Dipartimento di Salute Mentale dell’ASP di Messina, dell’Ufficio Esecuzione Penale Esterna del Ministero della Giustizia e con gli operatori socio-economici del Distretto Sociale Evoluto, percorsi di riconquista dei propri diritti civili sul piano individuale e sul piano sociale e comunitario. La riconquista di sé, della propria vita, è lo stesso principio che anima il “Festiva dei matti” che si svolge ogni anno a Venezia. La manifestazione che si articola in alcune giornate di incontri, dibattiti, laboratori, spettacoli, fa incontrare persone che hanno vissuto l’esperienza e persone che l’hanno soltanto lambita, cittadini comuni e personaggi del mondo dello spettacolo e della cultura, giornalisti, registi, filosofi, artisti per parlare di questo, rappresentarlo, restituirgli valore. “Ci onora poter ospitare a Venezia la tappa conclusiva di “Un futuro mai visto”, un percorso nazionale di riflessioni, confronto e crescita culturale attraverso cinque figure significative della nostra storia contemporanea – ha concluso Giampietro Brunello, presidente della Fondazione di Venezia -. Promuovere l’evoluzione della società, a partire da iniziative “sul” e “per” il territorio, è perfettamente in linea con l’obiettivo della nostra Fondazione di essere soggetto attivo nella promozione sociale, culturale ed economica della collettività veneziana. 0 0 Teatro e salute mentale, siglato accordo in Regione … e tu slegalo subito 0 Commenti Lascia una rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commentonome Email Sito web Δ Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
“Discutere oggi di Franco Basaglia – ha detto Maria Grazia Giannichedda presidente dell’omonima Fondazione e tra i più stretti collaboratori dello psichiatra a Trieste e Roma – significa ritrovare le radici e i fatti concreti che hanno influenzato l’approvazione della ‘legge 180′ e riscoprire così il Basaglia che è stato insieme critico del presente e propositore di un modo nuovo e diverso di affrontare il problema della follia e di contrastare i più generali processi di esclusione sociale”. Dagli anni ’70 in tutti i paesi industrializzati si assiste alla chiusura dei più grandi manicomi pubblici e a una costante diminuzione dei letti psichiatrici. L’Italia è il paese che è andato più avanti in questa direzione: ha abolito con la riforma gli ospedali psichiatrici, ha chiuso circa centomila letti psichiatrici in quarant’anni e ha costruito un sistema pubblico di servizi di salute mentale comunitari che è caratterizzato da forti diseguaglianze e che annovera alcune eccellenze riconosciute a livello mondiale. E’ anche tra i paesi che sul piano legislativo garantiscono maggiormente i diritti delle persone in trattamento psichiatrico anche obbligatorio. “I cinque personaggi che abbiamo imparato a conoscere meglio in questo percorso Danilo Dolci, Renata Fonte, Adriano Olivetti ,Don Milani e Franco Basaglia – ha spiegato Carlo Borgomeo presidente Fondazione Con il Sud, in occasione dell’iniziativa che si è svolta a Palazzo Zorzi a Venezia- oltre ad essere accomunati da una visione potente e dalla concretezza dell’esempio, lo sono anche da un’altra importante prospettiva: la possibilità che hanno dato al Paese di cambiare registro e modello di sviluppo. Oggi ci sono dei segnali importanti rispetto al passato, ma i temi e le questioni sono tremendamente attuali. Questo cambiamento auspicato, stenta ancora a diventare sistema e, culturalmente prima che politicamente, maggioritario. Basti pensare a Basaglia e alle tante esperienze che abbiamo condiviso in questa giornata per comprendere come realtà e utopia, in Italia e soprattutto al Sud, possono coesistere, generare innovazione sociale e creare un modo nuovo di fare sviluppo”. E grazie a quanto realizzato dallo psichiatra veneto che sono nati progetti in grado di sostenere chi soffre di questa patologia. Si chiama “luce è libertà” il progetto realizzato dalla Fondazione di Comunità di Messina, in collaborazione con la Fondazione Con il Sud, che ha coinvolto 56 persone internate nell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto in regime di proroga della misura di sicurezza. Il metodo usato è quello di assegnare a ciascuna persona beneficiaria del progetto un capitale personale, tale budget ha rappresentato per gli internati in modo simbolico e fisico la concreta possibilità di riprendere in mano la propria vita co-progettando con i servizi dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario, del Dipartimento di Salute Mentale dell’ASP di Messina, dell’Ufficio Esecuzione Penale Esterna del Ministero della Giustizia e con gli operatori socio-economici del Distretto Sociale Evoluto, percorsi di riconquista dei propri diritti civili sul piano individuale e sul piano sociale e comunitario. La riconquista di sé, della propria vita, è lo stesso principio che anima il “Festiva dei matti” che si svolge ogni anno a Venezia. La manifestazione che si articola in alcune giornate di incontri, dibattiti, laboratori, spettacoli, fa incontrare persone che hanno vissuto l’esperienza e persone che l’hanno soltanto lambita, cittadini comuni e personaggi del mondo dello spettacolo e della cultura, giornalisti, registi, filosofi, artisti per parlare di questo, rappresentarlo, restituirgli valore. “Ci onora poter ospitare a Venezia la tappa conclusiva di “Un futuro mai visto”, un percorso nazionale di riflessioni, confronto e crescita culturale attraverso cinque figure significative della nostra storia contemporanea – ha concluso Giampietro Brunello, presidente della Fondazione di Venezia -. Promuovere l’evoluzione della società, a partire da iniziative “sul” e “per” il territorio, è perfettamente in linea con l’obiettivo della nostra Fondazione di essere soggetto attivo nella promozione sociale, culturale ed economica della collettività veneziana.