Sappiamo che in psichiatria si pratica la contenzione ? Sappiamo perché e come si applica, e quali sono gli effetti sulle persone? Sappiamo che non si applica dovunque?
Nel 20 % dei Servizi psichiatrici ospedalieri italiani la contenzione è stata abolita e i reparti non hanno le porte chiuse a chiave. Fra questi non solo Trieste ma ad esempio anche Mantova, in Lombardia.
Questo significa che che la contenzione si può evitare, che non è una scelta obbligata e che ci sono alternative concrete.
Il tema è molto caldo. Tocca aspetti fondamentali della dignità e dei diritti delle persone. Di recente è tornato tragicamente alla cronaca quando lo scorso 5 agosto a Torino, in una piazzetta del centro, Andrea Soldi 45enne è morto soffocato mentre i vigili urbani eseguivano un’ordinanza di Trattamento Sanitario Obbligatorio.
Non meno noto, fra gli altri è il caso di Giuseppe Casu rimasto legato nel Servizio psichiatrico ospedaliero di Cagliari nel 2006 per 7 lunghi giorni, fino alla morte.
Questo evento in particolare si colloca all’inizio dell’esperienza di Direttore del Dipartimento di Salute Mentale di Cagliari di Giovanna Del Giudice. La psichiatra racconta questa straordinaria esperienza di cambiamento nel libro “…e tu slegalo subito! Sulla contenzione in psichiatria.”
Per presentare il libro e approfondire il tema della contenzione, il Forum Salute Mentale di Lecco invita all’incontro pubblico di Venerdì 18 settembre alle ore 20,30 nella Sala don Ticozzi di Via Ongania a Lecco. All’incontro parteciperanno l’autrice del libro, Giovanna Del Giudice, già Direttore del Dipartimento Salute Mentale di Cagliari e Giovanni Rossi, già Direttore del DSM di Mantova. Condurrà l’incontro Valerio Canzian, Presidente dell’URASAMM Lombardia. E’ previsto un intervento di Antonio Lora Direttore del DSM di Lecco.
Durante l’evento l’attrice Daniela Airoldi Bianchi, darà lettura di alcune testimonianze raccolte nel libro e sarà proiettato il video drammatico degli ultimi 3 minuti dell’agonia, durata giorni del “maestro più alto del mondo”, come veniva chiamato Mastrogiovanni dai suoi alunni, morto nudo legato ad un letto in ospedale nell’indifferenza più totale: il tutto registrato dalla videocamera a circuito chiuso.