Accumulare esperienza di discriminazioni razziali, oltre che ingiusto ed estremamente spiacevole, segna in profondità la vita dei soggetti coinvolti. Questo è noto da tempo, sia al buonsenso di ognuno, sia alla ricerca accademica. Per la prima volta, uno studio pubblicatosull’ American Journal of Public Health ha analizzato l’impatto che numerosi attacchi di stampo razziale hanno nel corso del tempo sulla salute mentale di una persona. Secondo la ricercatrice Laia Becares dell’università di Manchester e del Centro sulle dinamiche etniche, gli studi finora condotti «sottovalutano il danno della discriminazione razziale sulla salute mentale delle persone appartenenti a minoranze etniche e il suo contributo alle disuguaglianze in termini di salute». Analizzando l’esposizione alla discriminazione razziale nell’arco di 5 anni su di un gruppo di studio definito, Becares e colleghi hanno documentato un significativo aumento dei problemi di salute mentale tra le minoranze razziali che avevano sperimentato ripetuti episodi di discriminazione rispetto alle minoranze etniche che non hanno riportato alcuna esperienza di razzismo. «Questa scoperta – osserva Becares – suggerisce che l’esposizione a discriminazione razziale nel corso della vita, o la consapevolezza della discriminazione razziale sperimentata da altri, può continuare a incidere sulla salute mentale delle persone appartenenti a minoranze etniche, anche dopo l’esposizione iniziale alla discriminazione razziale». Considerazioni, aggiunge la ricercatrice, importanti anche «alla luce dell’aumento documentato di attacchi razzisti seguenti al Brexit». Un problema quello dell’integrazione portato maggiormente a galla in seguito al voto britannico, ma non certo confinato Oltremanica. 0 0 I veri pazzi sono fuori San Salvi è un Manicomio: da riqualificare dopo 40 anni 0 Commenti Lascia una rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commentonome Email Sito web Δ Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
Accumulare esperienza di discriminazioni razziali, oltre che ingiusto ed estremamente spiacevole, segna in profondità la vita dei soggetti coinvolti. Questo è noto da tempo, sia al buonsenso di ognuno, sia alla ricerca accademica. Per la prima volta, uno studio pubblicatosull’ American Journal of Public Health ha analizzato l’impatto che numerosi attacchi di stampo razziale hanno nel corso del tempo sulla salute mentale di una persona. Secondo la ricercatrice Laia Becares dell’università di Manchester e del Centro sulle dinamiche etniche, gli studi finora condotti «sottovalutano il danno della discriminazione razziale sulla salute mentale delle persone appartenenti a minoranze etniche e il suo contributo alle disuguaglianze in termini di salute». Analizzando l’esposizione alla discriminazione razziale nell’arco di 5 anni su di un gruppo di studio definito, Becares e colleghi hanno documentato un significativo aumento dei problemi di salute mentale tra le minoranze razziali che avevano sperimentato ripetuti episodi di discriminazione rispetto alle minoranze etniche che non hanno riportato alcuna esperienza di razzismo. «Questa scoperta – osserva Becares – suggerisce che l’esposizione a discriminazione razziale nel corso della vita, o la consapevolezza della discriminazione razziale sperimentata da altri, può continuare a incidere sulla salute mentale delle persone appartenenti a minoranze etniche, anche dopo l’esposizione iniziale alla discriminazione razziale». Considerazioni, aggiunge la ricercatrice, importanti anche «alla luce dell’aumento documentato di attacchi razzisti seguenti al Brexit». Un problema quello dell’integrazione portato maggiormente a galla in seguito al voto britannico, ma non certo confinato Oltremanica.