Nel contesto della città di Geel, in Belgio, ormai da molti anni, si sperimenta l’inserimento di malati psichici all’interno di famiglie tradizionali. Queste famiglie, chiamate «foster families», prendono in carico le necessità dell’«ospite» (di natura pratica, ma anche affettiva) in cambio di un supporto economico, sotto la supervisione attenta di operatori formati a riguardo. Questo approccio alla malattia psichica ha due vantaggi. Da un lato offre al paziente l’opportunità di un reale inserimento sul territorio, che gli dia la possibilità di una graduale riadesione alla vita della comunità. Dall’altro consente alla famiglia di avvalersi di una entrata economica, utile a fare fronte alle molte spese legate a questa ospitalità. In Italia, questo servizio viene erogato da quasi vent’anni e si chiama I.E.S.A. (Inserimento Etero-familiare Supportato di Adulti sofferenti di disturbi psichici), e copre circa il 25% del territorio. Essendo stato riconosciuto come buona pratica clinica, nel 2017 è previsto inoltre l’allargamento del modello I.E.S.A. a tutte le Asl della Regione Piemonte. In ambito di Salute Mentale, il servizio rappresenta un’avanguardia in termini di politica clinica, costituendosi come prosecuzione del percorso iniziato da Franco Basaglia a fine Anni 70 con la chiusura delle realtà manicomiali. L’articolo intero su La Stampa 0 0 Ospedali psichiatrici, la rivoluzione procede a passo lento Opg. Ancora 13 internati a Barcellona a due anni dalla prevista chiusura 0 Commenti Lascia una rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commentonome Email Sito web Δ Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
Nel contesto della città di Geel, in Belgio, ormai da molti anni, si sperimenta l’inserimento di malati psichici all’interno di famiglie tradizionali. Queste famiglie, chiamate «foster families», prendono in carico le necessità dell’«ospite» (di natura pratica, ma anche affettiva) in cambio di un supporto economico, sotto la supervisione attenta di operatori formati a riguardo. Questo approccio alla malattia psichica ha due vantaggi. Da un lato offre al paziente l’opportunità di un reale inserimento sul territorio, che gli dia la possibilità di una graduale riadesione alla vita della comunità. Dall’altro consente alla famiglia di avvalersi di una entrata economica, utile a fare fronte alle molte spese legate a questa ospitalità. In Italia, questo servizio viene erogato da quasi vent’anni e si chiama I.E.S.A. (Inserimento Etero-familiare Supportato di Adulti sofferenti di disturbi psichici), e copre circa il 25% del territorio. Essendo stato riconosciuto come buona pratica clinica, nel 2017 è previsto inoltre l’allargamento del modello I.E.S.A. a tutte le Asl della Regione Piemonte. In ambito di Salute Mentale, il servizio rappresenta un’avanguardia in termini di politica clinica, costituendosi come prosecuzione del percorso iniziato da Franco Basaglia a fine Anni 70 con la chiusura delle realtà manicomiali. L’articolo intero su La Stampa