Silvia Jop, antropologa, offre una serie di preziose riflessioni a partire dall’odierna situazione di emergenza da Covid 19. Dapprima, la necessità di trovare nuove forme di condivisione, ma soprattutto il riqualificare il modello di pensiero con cui si pensa a sé e agli altri. Evidenzia in seguito come la pandemia stia avendo conseguenze tanto drammatiche nel Paese anche a causa del suo assetto sanitario, che negli ultimi decenni ha visto un progressivo smantellamento del welfare. Si sottolinea pertanto l’urgenza di gestire la fase di ripartenza interrogandosi sui modelli culturali che fondano le azioni, facendo tesoro di battaglie del passato quali quella della distruzione del manicomio e della creazione di un SSN a carattere universalistico. Battaglie che hanno offerto alcune evidenze imprescindibili per qualsiasi azione futura: i luoghi concentrazionari non sono capaci di garantire assistenza, non esiste medicina a fronte della negazione della soggettività e non esiste società che, rinunciando anche solo ad una parte di sé, possa ritenersi compiuta.