“La memoria restituita” a Gorizia

È duplice l’obiettivo della Regione Friuli Venezia Giulia per proseguire nell’impegno sul progetto della Provincia di Gorizia e dell’Azienda sanitaria Bassa friulana-isontina, “La memoria restituita”, per il riordino di tutta la documentazione medica dell’archivio dell’ex ospedale psichiatrico goriziano. Come infatti ha confermato oggi l’assessore regionale al Lavoro, Loredana Panariti, in visita agli spazi dell’ex manicomio, questo progetto, con l’intervento mirato della Regione per il collocamento mirato al lavoro di persone affette da diverse disabilità, “vuole proseguire sulla strada dell’inclusione sociale di persone svantaggiate o in difficoltà e, allo stesso tempo, intende favorire il recupero di un patrimonio scientifico e culturale importante non solo per la città isontina ma per l’intera comunità medica nazionale internazionale”. Proprio qui a Gorizia, infatti, è stato ricordato oggi – presenti l’assessore provinciale Ilaria Cecot, il direttore generale dell’Azienda sanitaria n.2, Giovanni Pilati, il direttore del dipartimento di Salute mentale, Franco Perazza, e il presidente dell’Associazione di volontariato dei familiari e degli utenti per la Salute mentale di Gorizia (Fusam), Giuliano Colussi – nacque e maturò l’esperienza di Franco Basaglia, tanto che, ha osservato Panariti, “Basaglia iniziò a immaginare quel percorso che andava a considerare chi era ospitato in un ospedale psichiatrico veramente una persona”. Con il progetto La Memoria Restituita, avviato circa due mesi con la collaborazione della cooperativa sociale La Collina, offriamo a Gorizia un archivio importante per la città e il territorio”, ha sostenuto Panariti: il lavoro, con l’impegno complessivo di sette persone, è ora dedicato al recupero e alla pulizia del materiale, mentre successivamente dovrà iniziare quello di catalogazione e di possibile digitalizzazione. Un materiale cospicuo, datato anche 1933, che raccoglie pile di carte, scatoloni, faldoni di documenti e circa 9-10 mila (questa la prima stima) di cartelle cliniche, in gran parte corredate anche di immagini fotografiche delle persone ricoverate, sino a poco tempo fa abbandonato e del tutto trascurato negli scantinati dell’ospedale psichiatrico.

 

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