Il metodo finlandese per dire addio al TSO

Dopo gli ultimi casi di TSO, il dibattito nella psichiatria torinese continua: arriva dalla Finlandia il metodo «Dialogo aperto», finanziato dal ministero per la Salute, che coinvolge sia la Asl 1 sia la 2, e in quest’ultima sia il dipartimento Giulio Maccacaro (80 Tso stimati in un anno) sia quello Franco Basaglia (20 Tso).

L’idea è di verificare la fattibilità di un approccio che cerca di escludere il ricorso ai farmaci neurolettici nella maggior parte dei casi, offre risposte entro 24 ore e coinvolge famiglia, amici, vicini e l’intera comunità del paziente.

«Il metodo, sviluppato in Finlandia dal lavoro di Jaakko Seikkula, vieneutilizzato soprattutto sulle prime crisi psichiatriche di adolescenti e adulti – spiega il dottor Giuseppe Tibaldi, alla guida del “Basaglia” – Secondo l’ultimo articolo pubblicato da “Science”, Dialogo Aperto vanta guarigioni fino all’81 per cento nella schizofrenia e cerca di evitare la cronicità della malattia ». L’esperimento, che si svolge in quattro regioni italiane, durerà 24 mesi.

«Già adesso – spiega Tibaldi utilizziamo varie tecniche per evitare il Tso, tra le quali l’accordo con gli avvocati che seguono alcuni pazienti, che ha il vantaggio di essere messo per scritto e di chiarire la relazione, preservandone anche il futuro». Per Tibaldi, uno tra i non molti psichiatri convinti della possibilità di guarigione anche da patologie gravi, l’approccio con il Tso divide in due i medici dei dipartimenti di salute mentale: «C’è chi fa prevalere una cultura medica, nella quale un malato ha bisogno di cure e la sua relazione col medico è secondaria, e chi sceglie una cultura psicoterapeutica, che attribuisce un significato alle sofferenze e una grande importanza alla relazione col paziente, sia ora sia nel futuro».

C’è l’atteggiamento «muscolare », che prevede che se gli estremi del Tso esistono si proceda e basta, e quello «negoziale », che tenta di evitare decisioni unilaterali. E c’è chi mette al primo posto la tutela, anche legale, del professionista, che applicando correttamente il Tso non rischia di finire nei guai, e chi sceglie invece la tutela dei diritti del paziente, pensando anche alla relazione futura.

Ora tutta la psichiatria pubblica piemontese si confronterà con il democratico modello finlandese. E Tibaldi osserva: «Mi auguro che il dibattito sulla vicenda dolorosa di Andrea Soldi possa consentire di portare alla luce non solo i comportamenti condannabili, ma anche il “ruolo sociale” della psichiatria contemporanea». Perché «solo le pressioni dall’esterno consentiranno di fare concreti passi innovativi. Come è già accaduto nelle vicende relative agli ospedali psichiatrici tradizionali e, più recentemente in quella degli ospedali psichiatrici giudiziari, è stata la società civile a imporre ai professionisti di scegliere strade che difficilmente sarebbero state imboccate » .”

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