La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per la prima volta mette sotto sorveglianza l’Italia sulla pratica della contenzione, non di rado utilizzata come scorciatoia (specie in carenza di medici e infermieri) rispetto alla fatica di un vero percorso di cura. E imponendo al governo italiano di rispondere a una serie di domande, sul fenomeno e sull’esistenza o meno di protocolli, la Corte fa già trasparire in nuce l’esito verso il quale si sta orientando: e cioè lo stop alla contenzione fisica, fuori da situazioni straordinarie di un pericolo grave ed attuale (e non solo vagamente ipotetico) di atti auto-lesivi o aggressivi che siano non evitabili dall’esercizio della massima sorveglianza sul paziente.