Al Forum di Pistoia è stata avviata una campagna contro la contenzione.
Oggi l’80% dei Servizi psichiatrici ospedalieri lega le persone affidate in cura, opera con le porte chiuse, ricorre alla contenzione farmacologica. Ma il 20% dei Servizi dove si cura nel rispetto della dignità e dei diritti, senza il ricorso a pratiche coercitive, o dove gli operatori si interrogano quotidianamente e cercano il superamento delle stesse, indica la direzione verso la quale bisogna andare e mostra, nel concreto, che è possibile abolire la contenzione.
Oggi, tanto più dopo le morti conosciute di Giuseppe Casu e di Francesco Mastrogiovanni, rimasti legati nel Servizio psichiatrico di diagnosi e cura di Cagliari (2006) e di Vallo della Lucania (2009) per un tempo drammaticamente lungo, 7 e 4 giorni, fino alla morte, tale trattamento è uscito dal sommerso e nessuno può più dire di non sapere. Le istituzioni sono state “costrette” ad affrontare questa pratica, e gli abusi che ne derivano, anche dopo l’intervento del 2008 presso il Governo italiano del Comitato contro la tortura e i trattamenti inumani e degradanti del Consiglio d’Europa che aveva espresso forte preoccupazione per l’eccesso di ricorso ai mezzi di contenzione e stigmatizzato il loro utilizzo per motivi punitivi o pedagogici.
Giovanna Del Giudice