Nell’articolo, lo psichiatra Giovanni Rossi ripercorre le tappe di alcune legislazioni e convenzioni adottate nel campo della salute mentale dagli Stati europei e gli organismi competenti in materia, come l’Oms e l’Onu. Ciò che emerge è che le persone che fruiscono dei servizi di salute mentale possono essere soggette a discriminazioni, stigma, esclusione sociale e segregazione, istituzionalizzazione illegale o arbitraria, iper-medicalizzazione e pratiche di trattamento che non rispettano la loro autonomia e volontà. Risulta quindi necessario che gli Stati adottino misure e strategie fondate sui diritti umani. Uno strumento che appare fondante in questa prospettiva è la costituzione di tavoli di concertazione in salute mentale composti da tutti i portatori di interesse, dagli utenti, ai familiari, personale sanitario e membri della società civile.