Marisa chiede all’amica di Forte di descriverle il suo campo da tennis, di cui sembra avere nostalgia, e le scrive: «Ho trovato anche qui una compagnia, però non tanto allegra». Qualche pagina più avanti c’è la storia di una donna pisana di 38 anni, ritratta come «clamorosa, logorroica, scomposta». Dalle carte si sa solo che ha subito una tragedia familiare, «continua a stare sul letto, di nulla chiedendo, di nulla interessandosi». È stata ricoverata sei mesi per «frenosi isterica». La storia di Corrado invece è del 1925 e di lui si sa che ha partecipato alla grande guerra ed era affetto da psicosi post-bellica. Una vita avventurosa, descritta con dovizia da parenti ormai stanchi di inseguirlo in tutta Italia, dove scappava continuamente da Genova, a Lucca, a Bari. Addirittura lo trovarono a Vienna, da cui mandò una cartolina, quasi per burla, ai familiari: «Si spiritus pro nobis, quis contra nos?». Centinaia di documenti che sembravano sepolti stanno riemergendo dalla clinica psichiatrica di Pisa, dove sono stati recentemente recuperati e sottratti al macero. Sopravvissuti ad anni di allagamenti e abbandono, li ha trovati per caso la professoressa Liliana Dell’Osso, direttore della clinica, su segnalazione della caposala Mara Mori, quando ha visto passare il carrello con i volumi: troppo «vintage» per passare inosservati. «Mi sono accorta subito di avere in mano del materiale prezioso, e l’ho recuperato», racconta, mentre apre gli scaffali. L’archivio va dal 1906 alla fine degli anni ‘60. Una decina di volumi coprono gli anni più suggestivi, i primi vent’anni del ‘900 quando l’orizzonte della psichiatria era ancora, come lo definisce Dell’Osso «quello del nichilismo terapeutico». L’approccio alla salute mentale era pieno di lacune, e gli anni sono quelli che precedono l’avvento della terapia farmacologica. Tra i documenti ci sono i registri dei pazienti ricoverati, referti, comunicazioni di natura amministrativa e giuridica, lettere di medici, pazienti, familiari, disegni, fotografie e persino foglietti pubblicitari di farmaci. «Materiali complessi e strutturati a diversi livelli», spiega Dell’Osso. «Per questo ho costituito un’equipe di ricerca multidisciplinare per studiarli al meglio». Sotto la sua direzione, «la raccolta dei dati è stata affidata a Barbara Carpita, allieva della Scuola di Specializzazione in Psichiatria. La ricostruzione più strettamente storica e l’analisi delle fonti è stata invece affidata a Dario Muti, dottorando in Storia della Scienza». Una volta completato l’inventario, sono in programma diverse pubblicazioni, in attesa di una collocazione definitiva dell’archivio. La clinica serviva prevalentemente la popolazione della provincia e della città di Pisa, ma anche delle province di Livorno e Firenze e accoglieva persone un po’ da tutta Italia, di ambo i sessi e di tutte le estrazioni sociali. Uno sguardo più ampio, svela «problemi di natura sociale sull’affidamento di categorie vulnerabili, la cui criticità è ancora attuale». Sono ancora le storie dei pazienti a confermarlo. In un carteggio ecco che una madre e un figlio discutono del ricovero; lei è scontenta, vorrebbe tornare a casa e promette al figlio «che sarà buona», ma lui non ne vuole sapere: «Non c’è luogo migliore di cotesto per la cura della tua malattia». Giulio invece era infuriato con i genitori che lo avevano ricoverato in clinica, anche se solo per 15 giorni di osservazione: «Mi avete tagliato le mani e le gambe e mi avete scorciato la vita di 10 anni; era meglio mille volte in galera che in un fondo del manicomio in mezzo ai matti». Poi i saluti, quasi sempre affettuosi, pieni di fiducia o di richieste, talvolta di ascolto; più spesso, allora come oggi, di necessità: «Mi raccomando non mi fate mancare le sigarette». 0 0 A Brescia percorsi d’arte contro lo stigma La banalità del bene: la grande lezione di Franco Basaglia 0 Commenti Lascia una rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commentonome Email Sito web Δ Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.