Centosessanta posti previsti. Ma nelle camerate dell’ex Ospedale psichiatrico giudiziario oggi vi sono 260 presenze, cento di più. Una situazione al limite, che il personale sta gestendo con non poca fatica considerando che anche la tipologia dei pazienti è cambiata con un aumento delle persone provvisorie, cioè con un profilo delinquenziale evidente e che alle spalle hanno atti anche efferati, ma che non hanno una diagnosi psichiatrica certa. Il rischio, insomma, è un caos dove si mescolano persone destinate al carcere con malati di mente, vanificando in parte il grande sforzo medico che da decenni caratterizza la struttura castiglionese.
Un fiore all’occhiello, come da sempre definito. L’ospedale che ha anticipato in Italia la chiusura degli Opg, avendo solo personale sanitario e non carcerario. Ma che oggi sconta da un lato la mancata modifica del codice penale: i giudici continuano a inviare agli ex Opg le persone che hanno commesso reati e sono giudicate incapaci di intendere e volere. Dall’altro il ritardo di molte Regioni nell’allestire le Rems, le nuove e moderne strutture da 20 posti che dall’aprile scorso dovevano sostituire gli ex ospedali giudiziari. I soliti ritardi italiani hanno fatto chiudere gli Opg, senza che le Rems fossero aperte, creando situazioni, come in Veneto, Piemonte, Toscana, dove i pazienti non hanno un posto dove andare. Da qui la decisione di inviarli “provvisoriamente” a Castiglione, che nei mesi scorsi si è riempita di cento persone provenienti da fuori bacino.