Su Il Manifesto di oggi si ripercorre la storia dell’isola di San Servolo, l’isola dei “mati” di Venezia. Ne riportiamo una parte: “ quando il governo napoleonico, nel 1804, trasforma l’ospedale in «Manicomio Centrale, per entrambi i sessi, di tutte le province venete, della Dalmazia e del Tirolo», San Servolo continua a lungo a internare, al fianco dei «mati», piagati e militari infermi. Per quell’epoca il malato è infatti indistintamente un paziente da curare e un prigioniero da sorvegliare e reprimere, se non da punire. Nei primi del ’900 San Servolo è sotto i riflettori per lo «scandalo Minoretti», che prende nome dal dottor Cesare Camillo Minoretti, padre servita, direttore del manicomio, processato e condannato per l’abuso di «barbari mezzi di coercizione». E tuttavia, nella legge del 1904, depositata in Senato nel pieno sviluppo del caso, la logica rimane immutata: è sancita la centralità del concetto di «malato pericoloso a sé e agli altri» e affidata al manicomio la funzione di «contenitore repressivo della devianza e sofferenza psichica». Nel 1978, all’indomani della chiusura del manicomi per la Legge Basaglia, il Consiglio provinciale di Venezia istituisce la Fondazione San Servolo Irsesc – Istituto Ricerche e Studi sull’Emarginazione Sociale e Culturale, che, negli anni, riordina l’archivio dell’ospedale, apre una biblioteca e un museo. Oggi San Servolo si raggiunge comodamente in vaporetto da San Marco, pontile di San Zaccaria, in dieci minuti. È sede di un Consorzio universitario, la Viu -Venice International University, che richiama giovani da tutto il mondo, e della Fondazione Franca e Franco Basaglia; collabora alla realizzazione del FestivalIsole In Rete e a manifestazioni cittadine come Venice Art Night; ospita eventi collaterali della Biennale, convegni, concerti. Dal 2015, però, la Fondazione è stata soppressa, inglobata in una srl. San Servolo Servizi. Forse la nostra epoca può permettersi di fare a meno di un centro studi nazionale sull’emarginazione: ha raggiunto il know-how necessario in materia o il problema non si pone più…” 0 0 Due contributi dal Brasile India: approvata Mental Health Care 2013 0 Commenti Lascia una rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commentonome Email Sito web Δ Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.