Sabato 10 ottobre, al Museo del Novecento (dalle ore 16.30 alle 20.30) di Milano, sarà possibile incontrare e leggere 19 libri della “Biblioteca vivente”: dall’infermiera che cura schizofrenici e allo stesso tempo soffre di una malattia mentale al giovane che prende una botta in testa e perde (per sempre?) la memoria o una parte di essa. In circa mezz’ora è possibile farsi raccontare da queste donne e uomini la loro storia. “Mettono a disposizione dei lettori un pezzo della loro autobiografia -spiega Ulderico Maggi di Abcittà, una delle cooperative che ha organizzato l’evento-. È l’occasione per sfatare i tanti pregiudizi che circondano la malattia mentale e le persone che ne soffrono. È una mezz’ora in cui si possono magari fare quelle domande che non si osa altrimenti fare.
La Biblioteca vivente si presenta come una vera e propria biblioteca, con i bibliotecari e un catalogo di libri umani tra cui scegliere. “Come avviene con i libri cartacei, anche con quelli viventi si crea un rapporto unico con il lettore -aggiunge Ulderico Maggi-. E da questi incontri si esce comunque cambiati”. A Milano l’esperienza dei libri viventi è stata promossa anche in altri contesti e su altri temi: dai quartieri difficili (come Quarto Oggiaro o via Padova) ai detenuti, agli immigrati. “I pregiudizi esistono sempre nei confronti di tante categorie di persone o luoghi -sottolinea Ulderico Maggi -. Nessuno può dire di non aver pregiudizi, l’importante è esserne consapevoli e agire per superarli”