— novembre 2017

da Mario Colucci

Report da Santiago de Cali  

A fine novembre dell’anno scorso sono stato invitato a Santiago de Cali in Colombia per partecipare a la Semana por la Salud Mental su invito di José Antonio Malaver, Profesor posgrado de Psiquiatría Universidad Libre y asesor teórico y metodológico en Salud Mental Comunitaria. L’iniziativa è stata promossa dalla medesima università e dal Comune, segnatamente da Maritza Izasa Gómez, responsabile del Grupo de Salud Mental y convivencia social de la Secretaría de Salud Pública Municipal de Santiago de Cali, e ha rappresentato l’occasione per conoscere da vicino la situazione attuale della psichiatria e della salute mentale in città, e più estesamente nel paese sudamericano, a distanza di qualche anno dall’approvazione della legge sulla salute mentale e all’indomani della cessazione delle ostilità e dell’accordo di pace siglato con le FARC.

Nel corso della settimana sono stati importanti gli interventi sulla memoria delle violenze e sull’elaborazione del trauma di guerra, sull’integrazione delle differenze, sulla ricostruzione della coesione sociale, sulla solidarietà e sul superamento dell’odio.

Mi è stato chiesto di parlare di “Teoría y práctica de la Psiquiatría en Italia” per fare un aggiornamento – a distanza di circa vent’anni dai precedenti interventi nel paese da parte di Franco Rotelli, Chiara Strutti e Pierpaolo Mazzuia – in merito alla situazione della salute mentale del nostro paese. L’interesse, in particolare di Jose Malaver, era quello di offrire agli specializzandi in psichiatria della sua università, un approccio formativo diverso da quello dominante di provenienza statunitense. Ma non solo: riproporre l’esperienza italiana della deistituzionalizzazione, può servire da esempio per la costruzione di un modello di salute mentale comunitaria ancora da sviluppare in Colombia.

Il progetto messo in campo a Cali da José Antonio Malaver, Maritza Izasa Gómez e i loro gruppi di lavoro è quello di aprire una rete di Centros para la vida, situati nei diversi quartieri della città con la missione di rinforzare il vincolo di coesione sociale e comunitaria attraverso l’elaborazione di una memoria personale e collettiva dei vissuti traumatici e di realizzare un intervento psicosociale comunitario con lo scopo di prevenire la sofferenza psichica. La funzione di questi centri è quella di innalzare il livello di attenzione primaria ai problemi di salute mentale attraverso programmi di intervento individuali, familiari e di gruppo e attraverso lo sviluppo della partecipazione della vita di comunità, al fine di aumentare la consapevolezza del diritto alla salute e la piena inclusione nella cittadinanza.

A tale proposito, il modello immagina il reclutamento di équipes di lavoro composte da psichiatri, medici di medicina generale, psicologi, infermieri, terapisti della riabilitazione, assistenti sociali e professionisti nel campo dell’educazione e della creatività artistica.

Il progetto, proposto dall’Universidad Libre e politicamente condiviso e sostenuto dalla Municipalità di Cali, dovrà superare le resistenze della psichiatria istituzionale, ancora centrata sul modello asilare e sull’assistenza fornita dal locale Ospedale psichiatrico, al fine di sperimentare esperienze territoriali alternative al ricovero ospedaliero.

Mi è stata richiesta, in qualità di rappresentante del Dipartimento di salute Mentale di Trieste, una collaborazione per lo sviluppo di questo progetto, prevedendo la possibilità iniziale di uno scambio formativo fra operatori delle due realtà, italiana e colombiana.

Particolarmente intenso e ricco di stimoli si è rivelato l’incontro con la cittadinanza del Barrio Nueva Floresta presso il Centro de Salud Santiago Rengifo, che mi ha permesso di conoscere da vicino le problematiche sociali e di salute mentale di questo quartiere disagiato della periferia di Cali in un clima di grande cordialità e speranza.

Mario Colucci

psichiatra DSM Trieste

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