Nel carcere di Sondrio sono rinchiusi 40 detenuti, ma la capienza regolamentare ne prevede al massimo 29. Nella casa di reclusione di Augusta i problemi all’impianto idrico garantiscono, durante i mesi estivi, solo tre ore di acqua al giorno. Nel carcere di Frosinone, invece, l’acqua manca del tutto. E in alcune sezioni è stata denunciata la presenza di topi e insetti. Ci sono solo sei educatori nella casa circondariale di Bologna, ma secondo quanto previsto in organico dovrebbero essere almeno il doppio. Da almeno due anni, infine, a Castelfranco Emilia è stato bloccato il progetto di lavanderia industriale che occupava i detenuti. Il motivo? Si è rotta la caldaia. Pillole dalle carceri italiane. Episodi raccontati dagli osservatori dell’associazione Antigone, che nei primi sei mesi dell’anno hanno potuto effettuare una cinquantina di visite negli istituti penitenziari del nostro Paese. Se le situazioni rilevate sono spesso problematiche, da Antigone assicurano che rispetto agli anni passati molto è migliorato. Restano evidenti criticità, certo. Eppure dal 30 novembre 2010 – quando l’Italia raggiunse il massimo storico della popolazione detenuta pari a 69.155 unità – si è registrato un importante cambiamento. Oggi i detenuti sono circa 54mila. Dopo la condanna da parte della Corte Europea dei diritti umani per le condizioni degradanti derivate dal sovraffollamento carcerario, l’Italia è riuscita a ridurre il numero della popolazione carceraria. Eppure, denuncia Antigone, nell’ultimo anno i detenuti sono tornati, seppure di poco, a crescere. Di 1.318 unità. Un trend preoccupante, che a lungo andare potrebbe riportarci alla condizione di partenza. 0 0 Parco Basaglia: patrimonio del Futuro … e tu slegalo subito 0 Commenti Lascia una rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commentonome Email Sito web Δ Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.