La crisi della salute mentale in Lazio

Un’analisi interessante della rivista 180gradi sulla situazione della salute mentale in Lazio

I tagli fatti negli anni scorsi al servizio pubblico hanno costretto la cittadinanza a rivolgersi alle cliniche private. Scrive Piero Cipriano su Forum Salute Mentale che nel Lazio il 70% dei pazienti con crisi acuta, dopo mediamente dieci giorni in SPDC, prosegue le cure in una delle dodici case di cura presenti nella regione. E non è un caso se “il Lazio concentra infatti il maggior numero di posti letto psichiatrici privati d’Italia. Forse è (anche) per questo che i Dipartimenti di Salute Mentale di questa regione sono così sofferenti: le case di cura succhiano la maggior parte del sangue destinato ai DSM”. Una conseguenza è che molti pazienti sono lungodegenti presso Case di cura private e non inserite in percorsi riabilitativi. Entrano ed escono a singhiozzo da quelle case di cura per le quali Basaglia stesso diceva che “la malattia mentale è un grande affare”. Una volta fuori, se lo Stato ha già speso troppo nelle case di cura, ecco che scarseggiano i fondi per case supportate e servizi alternativi.

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