«Il Tso deve cambiare. Le persone che lo fanno devono essere preparate non solo fisicamente, ma anche a livello umano. E poi deve essere fatto solo quando proprio non c’è più nulla da fare». È l’appello lanciato da Cristina Soldi, la sorella di Andrea Soldi, morto dopo poco prima di essere sottoposto al Tso in ospedale. Cristina ricorda il fratello a Torino, dalle 12, fuori dall’ospedale Maria Vittoria, dove è stata allestita la camera ardente. Sul corpo dell’uomo, morto a 45 anni, una sciarpa e un cappellino del Torino calcio, la sua squadra del cuore. Andrea era malato di schizofrenia da vent’anni. «Era molto amato – racconta Cristina – e pacifico, non ha mai fatto del male a nessuno, né a se stesso. Aveva voglia di vivere».
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