StopOPG sei mesi di nuova mobilitazione: sventata la proroga ora chiudere davvero gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, meno Rems e più servizi di salute mentale
Deciso un semestre di nuova mobilitazione da aprile a ottobre 2015. Dopo una discussione ricca e vivace, sono uscite anche alcune prime proposte operative, a partire dal lancio del semestre di nuova mobilitazione per stopOPG da aprile a ottobre 2015, aggiornando slogan e messaggi alla nuova fase. Come sempre precisiamo che il Report non è un verbale, ma una ricostruzione parziale e arbitraria della discussione. Ciascuno dei partecipanti è invitato a scrivere un contributo
Il Comitato stopOPG si è riunito il 18 aprile a Roma. C’è stata una buona partecipazione e una discussione ricca e vivace.
Erano presenti anche diversi rappresentanti dei comitati regionali da: Abruzzo, Basilicata, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Marche, Lombardia, Piemonte, Sardegna, Toscana, (mentre Liguria, Puglia, Sicilia, Veneto erano assenti giustificati). Importante la partecipazione anche di avvocati e giuristi.
All’inizio è stato ricordato Luigi Attenasio, già Presidente nazionale di Psichiatria Democratica, scomparso nei giorni scorsi. In molti interventi è stata ribadita l’importanza della data del 31 marzo 2015 e della mobilitazione di stopOPG, con la “staffetta del digiuno”, che ha scongiurato la proroga della chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari.
Ciò ha permesso la conferma della legge 81/2014, una buona legge che va applicata, perche ha affermato che le Misure di Sicurezza (MS) devono essere di norma alternative alla detenzione (e l’eccezione è la misura in Rems), la fine dell’internamento sine die che erode nei fatti i criteri alla base della MS detentiva, il mutamento dei criteri della “pericolosità sociale”, l’abbassamento del numero di posti di Rems. Era chiaro a tutti che una ulteriore proroga avrebbe stravolto la Legge 81, cancellandone le parti migliori.
Si è ricordato che siamo arrivati al 31 marzo 2015 con un dimezzamento delle presenze negli Opg: nel 2011 vi erano oltre 1400 internati, ora siamo a 623 uomini e 75 donne. Anche questo è un risultato importante, che è dovuto alle dimissioni ma che viene ostacolato dai continui ingressi disposti dalla Magistratura nonostante le nuove prescrizioni della legge 81.
In questa nuova fase che si apre, il cammino per il comitato stopOPG è difficile e tortuoso e necessita di parole chiare e di obbiettivi definiti: gli Opg oggi non sono ancora chiusi (e non è chiaro se continua l’ingresso di internati agli stessi). In molti casi le Rems “transitorie” hanno rappresentato soluzioni affrettate per non subire il commissariamento e per rispondere agli obblighi di legge. In alcuni casi, vedi Toscana Liguria, Piemonte, le azioni finali messe in campo sono state pessime.
Si è detto che è necessario conoscere e aver evidenza di dove sono andate le persone dimesse dagli Opg, del ricorso della magistratura a soluzioni alternative al ricovero in Rems, della volontà da parte del Governo del commissariamento, che per noi deve riguardare non solo e non tanto l’apertura di Rems, ma l’applicazione corretta e completa della legge 81/14 ( obbligo di presa in carico, dimissioni dagli Opg (e poi dalle Rems), preferenza a misure alternative all’internamento, risorse per potenziare i Servizi, ecc).
Sono intervenuti nell’ordine: Stefano Cecconi, Maria Grazia Giannichedda, Gisella Trincas, Laura Stopponi, Tonia Di Cesare, Alessandro Sirolli, Cesare Bondioli, Giovanna Del Giudice, Anna Greco, Adriano Amadei, Alfonsina Guarino, Sergio Schiaffo, Vito D’Anza, Antonella Calcaterra, Salvatore Vampo
Le Rems certamente rappresentano l’oggetto su cui concentrare la mobilitazione in questa seconda fase. Per tenere sotto controllo e diminuire in maniera significativa il numero di posti letto. Perché siano attraversabili e visitabili. Perché gli operatori non vengano ricondotti ad un ruolo di custodia. Perché si riveda l’applicazione del regolamento carcerario. Perché non vengano aperte le Rems definitive (con uno specifico focus sul manicomio di Castiglione delle Stiviere).
Inoltre, si è detto che va ri-aperta una mobilitazione sui servizi di salute mentale territoriali, sulle risorse in campo e sull’utilizzo delle stesse, perché le Rems non si aggiungano alla residenzialità pesante dei dipartimenti, insieme agli SPDC, depotenziando ulteriormente il lavoro territoriale.
E che va tenuta insieme la chiusura degli Opg con il rafforzamento e la qualificazione dei servizi di salute mentale territoriale, la discussione sugli articoli del codice penale in particolare relativi alla incapacità totale (chi commette un reato deve andare in giudizio …), un rilancio sull’applicazione delle sentenze della Corte Costituzionale del 2003 e del 2004 e l’apertura di un lavoro sulla tutela della salute mentale in carcere.
Si è ricordato che avevamo deciso di aprire una nuova fase dopo il 31 marzo già nella riunione di stopgOPG del 5 febbraio, e anche allora abbiamo indicato gli obiettivi:
– far continuare le dimissioni e fermare i nuovi ingressi (misure alternative all’internamento): con buone pratiche per la salute mentale, una buona assistenza socio sanitaria nel territorio, una collaborazione tra magistratura e servizi;
– evitare che al posto degli Opg crescano nuove strutture manicomiali (le cosiddette Rems: i “mini Opg” il cui numero può e deve essere invece drasticamente ridotto)
– l’avvio di una discussione sulle modifiche del codice penale Sono uscite alcune prime proposte operative
– verrà lanciato il semestre di mobilitazione da aprile a ottobre 2015. Perciò sarà presentato il testo di un appello che aggiorni gli obiettivi e lo slogan della nuova mobilitazione dopo il 31 marzo (es. stopOPG la mobilitazione continua: meno Rems più Dsm ?… stopOpg = stopRems ??)
– Sollecitare il Governo, in particolare il sottosegretario De Filippo, a continuare il confronto con stopOPG e il lavoro dell’Organismo di monitoraggio per il superamento degli Opg (anche per denunciare eventuali nuovi ingressi in Opg e vigilare sulle persone dimesse). E sollecitare la nomina del Commissario per la chiusura degli Opg e l’attuazione della legge 81/2014.
– Continuare il rapporto con il Parlamento, organizzando un prossimo incontro con senatori e deputati. Vigilanza sulle Rems in particolare attraverso il rapporto con i Garanti dei detenuti: un incontro con stopOPG è previsto entro maggio.
– Riprendere il confronto con i magistrati e le loro associazioni, anche a seguito delle dichiarazione del vice presidente del CSM, e con gli avvocati, in funzione di possibili iniziative di formazione e informazione comuni.
– Avvio di una rete di soccorso di avvocati e psichiatri operatori dei servizi, familiari, in sostegno delle famiglie e dei soggetti più deboli ” (progetto per cui si è reso disponibile anche Antigone e che deve essere costruito con attenzione) anche per contrastare pratiche Report riunione Comitato stopOPG – 18 aprile 2015 negative, mancato rispetto di alcune nuove norme (es. mancate dimissioni a fine pena, ricovero in Opg o in Rems – o mancate dimissioni – invece che misure alternativa, ecc).
E naturalmente, sostegno al lavoro per dare forza e qualità alle buone pratiche di Salute Mentale coerenti con la legge 180, in particolare rafforzando il rapporto con gli operatori dei servizi. Continuare le iniziative di mobilitazione, ad esempio le prossime: StopOPG partecipa al Festival dei Matti Venezia (29, 30, 31 maggio 2015) ostopOPG partecipa al prossimo Forum Salute Mentale a Pistoia 4, 5, 6 giugno (che dedica un focus sugli Opg il 4 pomeriggio) ostopOPG organizza con Fondazione Basaglia un seminario sulla chiusura degli Opg l’8 giugno a Roma.
Estendere le iniziative, nei territori, anche di tipo culturale avviate in questi mesi: quali la mostra di Sambonet, il film sul viaggio di Marco Cavallo, la presentazione dei libri come “Mala Dies” o sulla contenzione “E tu slegalo subito”.
Organizzare un appuntamento di approfondimento con giuristi sulle strategie da mettere in campo circa eventuali possibili modifiche normative. Come sempre diciamo, il Report non è un verbale, ma una ricostruzione parziale e arbitraria della discussione. Ciascuno dei partecipanti è invitato a scrivere un contributo.
Stefano Cecconi, Giovanna Del Giudice, Denise Amerini