L’intervista su La Stampa a Eugenio Borgna: l’intervista integraleè leggibile dal sito della testata
Il suo primo gesto «rivoluzionario»?
«L’eliminazione dei letti di contenzione, coi pazienti legati come in carcere, privati della dignità. Li feci togliere, erano agghiaccianti, disumani».
Quale è la chiave per aprire le porte della malattia?
«Parlarsi, ascoltare la sofferenza, condividerla, non pretendere di risolvere ogni problema legato alla malattia».
Oggi dilaga la depressione, e in molti casi gli esiti sono tragici: dove sbagliamo?
«L’errore è quello di non ascoltare l’appello profondo, di aiuto, che ci arriva da queste persone. Siamo sommersi da mille problemi, da innumerevoli impegni, e non ascoltiamo più».